Biografia

Filippo Boldini, * 13.11.1900 Paradiso (Ticino),† 28.10.1989 Lugano. Apprende i primi rudimenti di pittura e di disegno frequentando gli studi prima dell’artista luganese Antonio Barzaghi-Cattaneo (che lo dissuade dall’iscriversi all’Accademia di Brera),più tardi di Giuseppe Foglia. Nel 1924 soggiorna a Firenze, dove, accanto ai moderni che andava conoscendo su riviste, scopre la grande pittura toscana del Tre e Quattrocento: Giotto, Masaccio, Masolino, Piero della Francesca, ed in particolare il Beato Angelico; un’esperienza che lo segnerà profondamente e riemergerà più tardi, dentro la sua pittura, come esigenza di ordine e di misura.

Nei primi anni ’30 va a vivere con la famiglia in un modesto appartamento di via Cassarate dove poi passerà tutta la sua vita ritirata e schiva, dedicandosi interamente alla pittura. Tiene la sua prima personale al Supercinema di Lugano nel 1938; la successiva sarà nel 1959, su invito di Virgilio Gilardoni, alla Casa del Negromante di Locarno. Nel frattempo, pur tra stenti e difficoltà economiche, la sua pittura ha subito una notevole evoluzione approdando a esiti di indubbia qualità. La prima notorietà arriva per lui dopo i sessant’anni con le personali alla Galleria Nord-Sud di Lugano nel 1963, alla Mosaico di Chiasso nel 1966, fino alla prima antologica alla Matasci di Tenero nel 1980. Seguiranno nel 1985 le antologiche di Villa Malpensata a Lugano e, nel 1988, di Villa dei Cedri a Bellinzona. Nel 1989 dona alcune sue opere al cantone e alla città di Lugano, mentre lascia al comune di Paradiso le opere di sua proprietà. Nel 2000, nel centesimo anniversario della nascita dell’artista, il comune deposita 36 dipinti e 35 disegni provenienti dalla sua raccolta presso il Museo Villa dei Cedri, dove si conserva anche l’archivio del pittore, costituito da un sostanzioso corpo di documenti. In concomitanza con la ricorrenza, il Museo cantonale d’arte di Lugano presenta una selezione di opere dell’artista appartenente alle collezioni del cantone e del museo. Nel 2005 Paradiso dedica una piazza alla memoria dell’artista.

Dopo una prima fase di sperimentazione dei linguaggi sul finire degli anni ’20 (dal naturalismo al simbolismo, dal postimpressionismo al cubismo),la pittura di Boldini si accosta negli anni ’30 alla compostezza del Novecento italiano, per quanto tenuta su toni più sobri e domestici. Già vi si coglie quella componente intimistica e riflessiva che caratterizzerà poi la sua miglior pittura, unitamente all’esigenza di infrenare il naturalismo sottoponendolo al controllo della mente.

Nel corso degli anni ’40, a un primo momento in cui la sua attenzione si sposta verso la pittura francese, con conseguente schiarimento della tavolozza e immediatezza di segno, seguono nel dopoguerra paesaggi e nature morte sempre più silenti e composti, quasi metafisici, dove sulla lezione dei grandi toscani del Quattrocento, dell’Angelico in particolare, si innerva quella dei moderni Carlo Carrà e Giorgio Morandi; più tradizionali sono invece gli affreschi e i mosaici a carattere religioso.

A partire dagli anni ’50 Boldini, armonizzando le diverse spinte, tra cui il riaffacciarsi di moduli geometrizzanti, raggiunge i suoi più alti e personali risultati, ritornando, dopo lungo tempo di nature morte e fiori, al paesaggio rurale sentito e filtrato attraverso l’emozione, ma tenuto sotto controllo da una forte componente mentale che tende a ordinare lo slancio emotivo, a sorvegliare e modulare la scala cromatica. Egli riesce così a trasfigurare il paesaggio ticinese senza tradirlo, caricandolo ora di connotazioni arcaiche ora di una diffusa serenità e di una misura estatica, fino a immergerlo per effetto di luce – una luce non naturalistica, ma quasi sospesa – in un grande, e per certi versi anche religioso, silenzio. Con gli anni ’80, i soggetti si dissolvono e sfaldano in una luce–colore diffusa e opalescente.

Opere: Bellinzona, Museo Villa dei Cedri, Fondo Filippo Boldini; Lugano, Museo cantonale d’arte; Municipio di Paradiso, Raccolta Filippo Boldini.

Claudio Guarda, 2005

 

Filippo Boldini (Paradiso 1900 – Lugano 1989) è un artista molto amato e collezionato nel cantone Ticino e a lui sono state dedicate mostre e pubblicazioni. La rassegna ripercorre l’intero percorso di Boldini, toccando tutti i temi da lui amati: fiori, nature morte, figure, temi religiosi, paesaggi, dalle opere degli anni Trenta, ancora di stampo naturalistico, alla fase “novecentista” e quindi a quella cubisteggiante, fino alle atmosfere soffuse e sfaldate degli anni Ottanta. I punti di riferimento a lui cari sono il Quattrocento toscano, Cézanne, Braque, ma anche Giorgio Morandi, il Novecento italiano e Carlo Carrà.
Per la scelta delle opere si è deciso di effettuare una selezione dai ricchi fondi donati dal pittore alle collezioni pubbliche luganesi: circa duecento dipinti e disegni al Comune di Paradiso, una ventina alla Città di Lugano e allo Stato, con l’integrazione di alcuni acquisti effettuati da questi ultimi. Nel catalogo pubblicato a corredo della mostra si presenta per la prima volta l’inventario completo e illustrato di questi lasciti.

Si presentano inoltre sedici bozzetti da una collezione privata – quasi tutti inediti – da lui realizzati fra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta del Novecento che permettono di documentare un aspetto poco noto del suo lavoro, come la partecipazione a concorsi per la decorazione murale di edifici pubblici.
Un’attività parallela alla pittura di cavalletto che, insieme ad altre occupazioni, quali la realizzazione di mosaici e rilievi, anche per monumenti funerari, o il restauro, ha contraddistinto buona parte del percorso artistico di molti artisti in decenni segnati da una difficile situazione congiunturale.

Boldini conduce una vita appartata e tranquilla, lontano dalla mondanità, circondato dagli affetti familiari e dagli amici più fidati. Nel 1927 dall’unione con la moglia Marily nasce una figlia, Anna, detta familiarmente Annaly. La piccola viene ritratta a più riprese dal padre e a lei si è voluta dedicare in mostra un’intera sezione. Nel 1945 Annaly comincia a presentare i segni di quella malattia degenerativa che la porterà alla paralisi e alla morte ad appena ventisei anni, nel 1953, lasciando un segno indelebile nell’animo dell’affettuoso padre.
Schivo, riservato, solitario, ma non isolato e, anzi, amante delle conversazioni con gli amici, Boldini costruisce nel corso della lunga vita una rete di solidi rapporti con critici, intellettuali, scrittori, pittori, scultori che apprezzano le sue qualità di uomo e di artista. Si è quindi voluto dedicare spazio alla ricostruzione di questo ambiente fatto di stima e condivisione rintracciando opere donate in segno di affetto a personaggi come Virgilio Gilardoni, Piero Bianconi, Adriano Soldini, Mario Agliati, Remo Beretta, Giorgio Orelli, Eros Bellinelli, Mario Barzaghini, Angelo e Pierre Casè, Giovanni Genucchi, solo per citarne alcuni. In molti casi sono presentate per la prima volta al pubblico.

In questa occasione vengono anche presentate due sale della collezione permanente riallestita, con opere dal Cinquecento al Settecento (Francesco De Tatti, Giovanni Serodine, Pierfrancesco Mola, Giuseppe Antonio Petrini).
Una sezione è inoltre dedicata a dipinti di recente entrati nelle raccolte della Pinacoteca grazie ad acquisti o donazioni: si tratta di pittori che sono già stati oggetto di mostre a Rancate, come Fausto Agnelli, Emilio Oreste Brunati, Rosetta Leins. È invece esposto per la prima volta al pubblico, dopo una collettiva tenutasi nel 1919 a Basilea, Umanità di Augusto Sartori.

 

 

 

Links sull'artista:

https://www.google.com/search?q=filippo+boldini+artista&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwjisvyiqPf-AhUD7LsIHYkwD1sQ_AUoAXoECAIQAw&biw=1536&bih=755&dpr=1.25

https://www.google.com/search?q=filippo+boldini+artista

https://www.lanostrastoria.ch/medias/93060

https://lanostrastoria.ch/entries/PEmXdlPjX8g

https://blog.ilgiornale.it/franza/2023/04/03/filippo-boldini-1900-1989-nelle-collezioni-pubbliche-luganesi-la-mostra-alla-pinacoteca-cantonale-giovanni-zust-di-rancate-canton-ticino/

https://www.rivistadilugano.ch/736-filippo-boldini-nella-collezioni-pubbliche-luganesi

https://www.rsi.ch/rete-uno/programmi/intrattenimento/la-domenica-popolare/Filippo-Boldini-alla-Pinacoteca-Zust-e-il-Mendrisiotto-in-epoca-romana-16160452.html?f=podcast-shows

 

 

 

 


Fotografie di BOLDINI Filippo

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