Biografia

Giosanna Crivelli, * 1949 Montagnola, † 21.11.2017 Gentilino. Nata nel 1949, dopo gli studi dell’obbligo Giosanna Crivelli ha appreso i rudimenti della fotografia a Monaco di Baviera nei primi anni Settanta, iniziando a lavorare poco più tardi come fotografa indipendente. Ha fatto del mezzo una professione, certo, ma prima di tutto la sua era una vocazione – molto di più di una vuota ambizione. E ciò è testimoniato dal suo forte impegno civile. Fotografa naturalista ed escursionista, collaboratrice di «Illustrazione Ticinese», per un quarantennio di attività e, quindi, di riflesso, anche testimone di un profondo mutamento storico, economico e culturale della regione, Giosanna Crivelli non rincorreva mai le mode o gli stili che andavano per la maggiore. Ne è testimonianza anche quest’ultima esposizione postuma, riproposizione aggiornata della mostra del 2007 in cui la fotografa offriva un itinerario visivo ispirato dal vicino di casa e premio Nobel Hermann Hesse. Giosanna Crivelli si è ispirata alle parole dello scrittore tedesco che da giovane vedeva e salutava per le strade di Montagnola. Più in generale, con il suo Siddharta Hesse fu un punto di riferimento per tutte le generazioni del dopoguerra.Quest’anno solare segna anche tutta una serie di ricorrenze storiche per il Museo di Montagnola, che ospita la mostra: il secolo dell’arrivo di Hesse in Ticino, nell’anno della pubblicazione di Demian e di L’ultima estate di Klingsor. La mostra, apertasi nel giorno del 70esimo compleanno della fotografia, conferma quello che è lo stile degli ultimi anni: una fotografia a colori, fatta di trasparenze, sfumature, passaggi tra elementi e materie. D’altronde anche lo stesso Hesse si immergeva tra le frasche e i boschi per rappresentare il territorio ticinese con i suoi acquarelli. Tra i molti fotografi attivi nella nostra regione – locali o di passaggio – Giosanna Crivelli è stata una delle figure in qualche modo più delicate e uniche.

Gian Franco Ragno, Azione, 20.05.2019

 

 Le immagini di Giosanna Crivelli dentro il paesaggio che cambia

«Alcuni temi sono costanti, vi è un filo conduttore: la percezione della forza inconscia dell’immagine fotografica e la relazione con il paesaggio e gli spazi naturali. Il paesaggio come identità, che influenza il vivereumano». Così scriveva la fotografa ticinese Giosanna Crivelli (morta lunedì all’età di 68 anni, cfr. CdT di ieri) nella sua biografia «non cronologica» contenuta nel volume collettivo Spazio Greina, pubblicato dalle edizioni Desertina nel 2008. È assolutamente vero, il paesaggio – in particolare quello montano – è sempre stato, molto genericamente, il fulcro dell’opera di Giosanna Crivelli. Un paesaggio,però, non ammirato dall’altonella sua maestosità, dopo un exploit alpinistico, bensì un paesaggio vissuto «dal di dentro», corpo a corpo, alla ricerca di un equilibrio sempre instabile tra natura e cultura. Del resto, si ricordano bene le magnifiche immagini della fotografa che illustrano i suoi libri sul San Gottardo, sul Sottoceneri o sulla Collina d’Oro, ma non bisogna dimenticare uno dei suoi ultimi lavori, Paradiso perduto, esposto nel 2015 a Castelgrande nell’ambito della mostra fotografica dedicata ai 100 anni di BancaStato, nel quale mette in primo piano la cementificazione selvaggia delle pendici del San Salvatore. Proprio per creare un contrappunto forte con la paradisiaca regione conosciuta nei primi decenni del Novecento da Hermann Hesse, alle cui riflessioni la fotografa ha accostato una serie di splendide immagini contenute nel volumetto Quel paesaggio così calmo e così eterno (FondazioneHesse, 2007). Con il passare degli anni, a causa della malattia, il raggio d’azione di Giosanna si è ristretto. Le montagne – come ebbe a scrivere – si sono trasformate in colline e poi in pianure, ma il suo sguardo è sempre rimasto del tutto originale, la sua pazienza nel cogliere l’attimo – perché il paesaggio è tutto fuorché immobile per un fotografo – non è mai venuta meno, i suoi scatti hanno saputo dare il meglio proprio in quei momenti che i fotografi amano poco: il crepuscolo, l’alba, la notte. Giosanna Crivelli non ha mai messo in rilievo solo la bellezza estetica di uno scorcio di mondo,ma ha saputo coglierne l’effetto straniante, per molti versi «extra terrestre». I suoi frammenti della Greina sono assolutamente lunari, i suoi panorami del Sottoceneri appartengono a mondi invisibili ai più, che si materializzano solo per pochi secondi, e nemmeno ogni giorno, per chi ha la costanza di starli ad aspettare con l’apparecchio fotografico pronto a scattare. In «un presente caratterizzato da incertezze, non da risposte ma da domande» (altra citazione dal testo di Spazio Greina) Giosanna Crivelli ha saputo privilegiare la comunicazione del proprio modo di vivere la fotografia, attraverso corsi destinati agli adulti ma anche (insieme a Mariapia Borgnini) grazie a esperienze didattiche con ragazzi provenienti da realtà diverse dalla nostra, che si possono ritrovare nel libro Fotolinguaggio, edito da Casagrande nel 2003. Lo sguardo di Giosanna Crivelli mancherà molto alla fotografia ticinese e svizzera,ma per fortuna ci restano le sue inconfondibili immagini sulle quali si potrà ancora riflettere e sognare.

Antonio Mariotti, CdT, 24.11.2017

 

Link:

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https://www.mevm.ch/esposizioni/archivio/fotografie-giosanna-crivelli/

https://www.rsi.ch/rete-uno/agenda/Giosanna-Crivelli-racconti-fotografici-12147169.html

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Si-%C3%A8-spenta-Giosanna-Crivelli-9814978.html

https://www.salvioni.ch/product/sottoceneri-montagne-emerse-dal-mare/

https://www.cdt.ch/cultura-e-societa/quegli-scatti-custoditi-all-archivio-di-stato-LE677962

 

 


Fotografie di CRIVELLI Giosanna

Giosanna Crivelli

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