Biografia

Peter Fitze, ∗ 11.2.1952 Teufen (AR), † 28.12.2024  . Artista pittore, docente csia, ha vissuto tra Barbengo e Harìa (Lanzarote). Licenza Arti Decorative CSIA Lugano, Patente Docente educazione artistica e visiva, 12 anni come docente presso OTAF Sorengo, Responsabile settore adulti e membro della Direzione collegiale OTAF, Accademia Belle Arti Brera laurea in Pittura, 28 anni in qualità di docente presso CSIA Lugano. Per oltre 10 anni responsabile aggiornamento professionale docenti CSIA. Ha organizzato incontri rivolti alla pittura nel suo atelier di Barbengo.

 

In fondo la storia pittorica è proprio una. Secondo Giorgio Vasari il pittore “debbe distinguere i gesti e l’attitudini” e ottenere “una concordanza unita che dia terrore nelle furie e dolcezza negli effetti piacevoli, e rappresenti in un tratto la intenzione del pittore”. Poi il gesto non è più oggetto di rappresentazione ma, sintetizza Gérard Schneider, “il mezzo tecnico diretto alla realizzazione dell’istante vissuto. È il gesto che sotto l’impulso dell’interiorità crea la forma [... ] Se il gesto è solo automatico, senza necessità interiore, il suo grafismo sarà gratuito e frammento d’un repertorio limitato”.
Peter Fitze non ha mai creduto alla dissoluzione antagonista della forma in nome del nonsenso del tracciare, bensì, all’opposto, in un fare culturalmente motivato e distillato sino a farsi segno sorgivo, insieme fisicissimo e astrattissimo, la cui vita sia, per citare Emilio Vedova, “urto di verità”, espressività infinita nella materia pittorica: dolore ed eros, melanconia ed eccitazione, dolcezza e dramma.
Fedele nei decenni a tale principio, etico prima ancora che stilistico, egli è giunto a distillare una sorta di economia cromatica del segno: una gamma serrata di toni – penso ai blu, ai gialli, alla pienezza dei neri, ai bianchi stremati – e un costituirsi dell’immagine come costrutto elaborante e brusco, edificato da gesti brevi e concentrati: il tracciato non è un dar forma, ma è la forma stessa, il suo farsi spazio e clima coloristico nei rapporti in consonanza e in dissonanza che esso instaura con il fondo.
Fitze ha scelto, così, di porsi nel solco di quella che molti considerano la miglior tradizione astratta: non metamorfosi lirica della sensazione, neppure – come voleva la tradizione concretista – pura fantasmagoria intellettuale, ma l’epifania hic et nunc di uno stato insieme fisico e mentale che è, esattamente, la parola poetica dell’artista, il coagulo decisivo del senso.
È stata una conquista per gradi, per Fitze, muovendo da un momento primario di intenzionalità sino a giungere all’attuale unità inestricabile body-and-mind, condizione unica in grado di consentire questo accordo di immediatezza e mediatezza assoluta, di pulsione incontrollabile e di costitutiva ragione genetica dell’opera.
Si può ben constatare come Fitze abbia in gran sospetto ogni captazione sensoriale epidermica. Il suo quadro nasce per gesti e coloriture inameni, sottilmente disagiati, scavati e trovati un una condizione emotiva asciutta e, verrebbe da dire, scarnificata. Ma questa è la condizione stessa del suo esprimere, non una mera scelta stilistica.
Nessun compiacimento fabrile può farsi sostituto del mood che alimenta, esclusivo, il suo fare. Autonomia del segno e del colore ne significa, inderogabilmente, la responsabilità, l’identificazione piena con il flusso vitale che spinge l’artista, senza che alcuna clausola retorica si frapponga tra l’avvertimento profondo che spinge a fare e la pienezza consapevole del gesto che fa.
Più che uno sguardo, Fitze chiede allo spettatore una consonanza affettiva, la disponibilità a entrare in consonanza con la sua distillatissima, intensa, tensione verso il senso.
 
Flaminio Gualdoni, Milano, aprile 2014
(Mostra presso Comune di Bioggio, 11 Aprile - 25 Maggio 2014)
 
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Peter Fitze | Date a Cesare quel che è a Cesare (1995 - 1996) | MutualArt
 
Fitze Peter, "Date a Cesare quel che è di Cesare", Olio su tela, 1995/96. 180 cm x 120 cm
 
 
DI.ART - OPERE IN ESPOSIZIONE
 
Peter Fitze, Crocifissione - 2000 - Tecnica mista, cm 120 x 160
 
 

Fotografie di FITZE Peter

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