Biografia

Giovanni Genucchi, * 10.4.1904 Bruxelles, † 3.10.1979 Acquarossa. Nasce a Bruxelles, dove i genitori sono emigrati per lavoro, ma a soli due anni, forse per difficoltà economiche, viene riportato in patria e affidato al nonno materno residente a Marolta, in Valle di Blenio. Qui egli svolge fino a vent’anni vita contadina, ma inizia anche da autodidatta a scolpire il legno; nel 1924 viene richiamato dalla famiglia a Bruxelles, dove trova lavoro presso un intagliatore. Costretto a rimpatriare per malattia nel 1925, si stabilisce a Castro dove comincia un’attività come artigiano-scultore del legno. Dieci anni dopo lascia il villaggio e si trasferisce alle porte di Lugano, a Barbengo, per entrare in contatto con artisti qualificati e imparare le tecniche della scultura in pietra e in bronzo. Nel 1937 apre un suo atelier di scultura a Bellinzona; seguono le prime personali alla Galleria Bollag di Losanna nel 1944 e nel 1945 alla Galleria Wolfsberg di Zurigo. Nonostante la crescente qualità della sua opera, Genucchi è però attanagliato dalle continue difficoltà economiche, specie dopo la nascita dei figli. Costretto nel 1949 a tornare a Castro e a fare vita contadina, per anni deve relegare la scultura in secondo piano; nel 1956 gli viene finalmente assegnata una commissione pubblica: la Madonna del Lucomagno, cui segue nel 1962 quella dell’Altare per la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Brissago. Negli anni ’60 riprendono anche le esposizioni personali e si registrano i primi pubblici riconoscimenti, ma già la malattia sta minando la sua salute. Muore ad Acquarossa, il 3 ottobre 1979. Nel 1994 esce la prima monografia critica cui si accompagna, a Biasca (Casa Cavalier Pellanda),una mostra antologica. Un ricco fondo sull’artista, costituito da opere e da un’ampia documentazione, è conservato al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona, che gli ha dedicato due mostre (1987, 2004).

Partito a livello artigianale, ma già con i segni di un animismo (Bastone, 1922) che sarebbe riemerso molti anni più tardi, Genucchi si forma nel corso degli anni ’30 muovendosi sul duplice binario del tardonaturalismo ottocentesco e della tradizione rinascimentale (soprattutto quattrocentesca) in sintonia con le tendenze puriste ed evocative di «Valori Plastici» e di «Novecento»: opere di silente rattenutezza, caratterizzate dalla purezza delle forme e da una superiore compostezza. L’esperienza della guerra e le privazioni patite lo portano nel corso degli anni ’40 sul versante contrapposto delle accentuazioni espressionistiche e primitivizzanti che lo mettono rapidamente a contatto con i recenti linguaggi della modernità: da Arturo Martini a Marino Marini in particolare. Gli anni 1945–47 costituiscono un punto cruciale del percorso genucchiano con la definitiva individuazione di forme, motivi e temi che diventeranno tipicamente suoi e identificheranno la sua scultura. A partire da questa data Genucchi farà della figura femminile il centro ispiratore dell’intera sua produzione, comprensivo e allusivo di ogni altra dimensione, anche di quella religiosa, forza primigenia di natura e proiezione mitico-ancestrale di ideali e aspirazioni che attraversano e trascendono l’uomo. Con il passare degli anni le sue figure si fanno sempre più compatte, racchiuse nell’armonia dei volumi e nella flessuosa morbidità della linea che le avvolge, in bilico tra naturalezza e trascendenza; egli fa della donna l’elemento che raccorda e lega il mondo degli umani con quello misterioso del cosmo: nella terrena pesantezza dei loro corpi ma con i volti assorti a leggere l’infinito degli spazi celesti, esse sono immagine di pura contemplazione e di sereno raccoglimento, di immedesimazione totale e profonda con la Natura di cui percepiscono la voce arcana.

Opere: Bellinzona, Museo Villa dei Cedri; Lottigna, Museo di Blenio; Lugano, Museo cantonale d’arte.
Fonti: Bellinzona, Museo Villa dei Cedri, Fondo Giovanni Genucchi, documentazione bibliografica e critica, materiale fotografico, schede delle opere.

Claudio Guarda, 2004 

 

Link:

https://ateliergenucchi.ch/

http://www.villacedri.ch/Giovanni-Genucchi-bb0f0600

https://www.google.com/search?q=genucchi+giovanni&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiF7_bKxqrgAhVEb1AKHe2fA5oQ_AUIDigB&biw=1344&bih=682

https://museodellamemoria.ch/wp-content/uploads/2017/08/articologenucchi-2.pdf

https://www.google.com/search?q=giovanni+genucchi+artista&oq=giovanni+genucchi+artista&aqs=chrome..69i57j69i60l2j69i61.9559j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8

http://www.rsi.ch/la1/programmi/cultura/cult-tv/tutti-i-servizi/Cult-TV-32-1764028.html

http://www5.rsi.ch/home/global/rsi/docdarchivio/2013/06/03/atelier-Genucchi.html

https://www.ticino.ch/it/commons/details/Fondazione-Atelier-Genucchi-/142971.html

https://www.cdt.ch/ticino/bellinzona/176694/rivive-l-arte-di-giovanni-genucchi

http://www.e-sco.ch/Giornalone/Rubriche/Reportages/Genucchi/Genucchi.html

https://www.pressreader.com/switzerland/laregione/20171213/282054802377909

 

 

 

Questa intervista di Sergio Genni a Giovanni Genucchi  andò in onda il 18 febbraio 1969 nella trasmissione televisiva «Incontri. Fatti e personaggi del nostro tempo». L’artista, autore tra l’altro de La Madonna del Lucomagno, è ritratto nel suo atelier di Castro.

Nato a Bruxelles il 10 aprile 1904 e morto a Castro il 3 ottobre 1979, Giovanni Genucchi è stato scultore, pittore e intagliatore. Nella capitale belga, dove i genitori erano emigrati, l’artista visse solo due anni, perché venne riportato in patria e affidato al nonno materno residente a Marolta, in Valle di Blenio. Claudio Guarda ha scritto una bella voce dedicata all’artista in «SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera»; mentre è di Paolo (Paul Werner) Blendinger la voce del Dizionario storico della Svizzera, in cui  si legge che Genucchi «si formò da autodidatta come intagliatore in legno. Dal 1923 al 1925 lavorò a Bruxelles presso uno scultore in legno. Rientrato nel Ticino, visse come artigiano-scultore dal 1925 a Castro e dal 1935 a Barbengo. Tra il 1937 al 1949, anni in cui ebbe uno studio a Bellinzona, elaborò un linguaggio personale. Rientrato a Castro nel 1949, dovette alternare all’attività artistica quella contadina; dal 1954 al 1960 fu insegnante di disegno. Nel decennio 1960-70 ottenne i primi riconoscimenti pubblici. Tema centrale della sua opera, che fonde antico e moderno, è la figura femminile, contraddistinta da forme essenziali e da una morbida plasticità, portata alle soglie dell’astrazione.»

https://www.lanostrastoria.ch/medias/93109

https://www.lanostrastoria.ch/medias/93100

 


Fotografie di GENUCCHI Giovanni

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