Biografia
Jannis Kounellis, * 23.3.1936 Pireo - Grecia, † 16.2.2017 Roma. Dopo essere stato respinto dall’Accademia di Arte di Atene a vent’anni si trasferisce a Roma, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Durante gli studi entra in contatto con l’arte espressionista di Toti Scialoja, da cui viene fortemente influenzato. Nel 1960 espone per la prima volta i suoi quadri alla galleria La Tartaruga di Roma. I suoi primi quadri sono tele con dipinti lettere e numeri, così come fiori ed elementi naturali stilizzati. A partire dal 1967 entra a contatto con il movimento dell’arte povera e comincia a realizzare opere con materiali naturali e con chiari riferimenti alle sue origini greche. Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva Fuoco, immagine, acqua e terra, che segnò un cambiamento nell’arte dell’epoca: per la prima volta gli elementi naturali entrano a far parte di un’opera d’arte. Durante la mostra Jannis Kounellis presenta Margherita di Fuoco, una margherita in ferro che emette fuoco dalla parte centrale attraverso una bombola. Kounellis con il fiore crea un legame tra elementi antichi come il fuoco e la modernità rappresentata dalla bombola.
Nelle sue opere Jannis Kounellis utilizza materiali dell’arte povera come pietre, sacchi vuoti o con granaglie, ferro, lampade, ma anche persone e animali vivi. È famosa l’opera di Kounellis Cavalli, del 1969, in cui nella galleria L’Attico di Roma vengono legati alle pareti dodici cavalli, simbolo di uno scontro ideale tra natura e cultura, così come l’opera in cui Kounellis espone un pappagallo vivo con il trespolo poggiato su una lastra in metallo. Le opere di arte povera dell’artista circondano lo spettatore, che diventa il protagonista dell’opera stessa.
A partire dagli anni Settanta la progressiva fine dell’arte povera crea nell’artista un senso di polemica e disincanto. Per Kounellis l’arte povera ha perso il suo potenziale innovativo e lo esprime attraverso l’opera Porta chiusa con pietre e con l’utilizzo di elementi come fuliggine e sacchi di carbone. Tra il 1972 e il 1973 Kounellis comincia a esporre alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Alla fine degli anni Settanta inizia il suo lavoro sugli animali imbalsamati come simbolo del disincanto e della fine dell’immaginazione dell’artista. Opere da ricordare di questo periodo sono gli uccelli imbalsamati trafitti da frecce, su uno sfondo di paesaggio urbano, del 1979 e l’opera del 1989 in cui Kounellis appende parti di bue macellato a delle lastre che vengono illuminate da lampade ad olio.
Dagli anni ’90 inizia il lavoro di Kounellis sulle sculture monumentali, come l’opera Offertorio del 1995 in piazza del Plebiscito a Napoli e il mulino in ferro sempre a Napoli del 1998. Altre opere da ricordare sono il monumento del 1995 all’università di Padova per i festeggiamenti dei 50 anni della Resistenza e l’opera del 2001 in cui l’artista inchioda delle scarpe sui binari della metropolitana di Napoli. Nel 2001 Kounellis realizza gioielli a forma di labbra in collaborazione con Elisabetta Cipriani, che ricordano una sua opera in oro del 1972, che fu successivamente rubata. Nel 2002 ripropone l’opera Cavalli a Londra e a Roma ripropone le sue opere dell’arte povera. Negli anni successivi continua la sua produzione di opere monumentali e nel 2017 l’artista si spegne a 80 anni.
Le opere di Kounellis nascono dall’urgenza comunicativa che l’artista sente, dal disincanto e l’amarezza nei confronti del suo tempo e dal distacco con cui vive l’arte del passato.
Quelle di Kounellis sono opere che contengono conflitti e contrasti, che spingono lo spettatore a interrogarsi sul significato delle cose. Per l’artista l’arte deve essere alla portata di tutti e deve poter comunicare con un vasto pubblico e il ruolo dell’artista è quello di sconvolgere la tradizione per sperare in un cambiamento della struttura sociale. Per Kounellis il passato non va visto come qualcosa da celebrare in modo reverenziale, l’arte del passato è importante, ma secondo l’artista limita la creatività, tanto che arriva a rappresentarla come un insieme di frammenti di statue antiche posati in modo scomposto e incompleto su un tavolo. Kounellis è conosciuto per essere uno degli artisti dell’arte povera che ha esposto maggiormente sia in Italia che all’estero. All’estero ha esposto nelle gallerie di Parigi, Berlino, New York, Messico, Argentina e Uruguay, Colonia, Düsseldorf, Monaco, Zurigo e Atene. Attualmente in Italia le sue opere si trovano nel Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, al Museo d'arte contemporanea di Napoli, al MAXXI di Roma, alla Reggia di Caserta, al Museo San Fedele Sacello degli Asburgo a Milano, al Palazzo Riso di Palermo e al Museo di Capodimonte a Napoli.
Una delle ultime mostre da ricordare di Jannis Kounellis è La Storia e Il Presente, da cui è stato tratto l’omonimo catalogo a cura di Bruno Corà. Nel 2019 Kounellis è stato celebrato in una mostra a cura di Germano Celant sviluppata in collaborazione con l’archivio Kounellis.
Jannis Kounellis (griechisch Γιάννης Κουνέλλης, * 23. März 1936 in Piräus; † 16. Februar 2017 in Rom) war ein in Italien lebender griechischer Künstler. Der Mitbegründer der Arte-Povera-Bewegung gilt als einer der international bedeutendsten zeitgenössischen griechischen Künstler. Kounellis war der Sohn eines Schiffbauingenieurs, der während des Zweiten Weltkriegs dem Widerstand angehört hatte. Sein Studium begann er an der Hochschule der Bildenden Künste Athen; 1956 wechselte er an die Accademia di Belle Arti nach Rom. Seitdem lebte und arbeitete er in Rom. Seine Werke waren weltweit in renommierten Kunstinstituten zu sehen. 1963 begann er, zufällig gefundene Gegenstände in seine Werke zu integrieren, unter anderem Erde, Kartoffelsäcke, Schrott, auch Feuer; sie nehmen oft viel Platz ein. 1969 stellte er zwölf lebende Pferde in der Galleria L’Attico aus. Im selben Jahr nahm er an der von Harald Szeemann in der Berner Kunsthalle inszenierten Gruppenschau Wenn Attitüden Form werden (When attitudes become form) teil. Jannis Kounellis war Teilnehmer der documenta 5 (1972) in der Abteilung Individuelle Mythologien: Prozesse und der documenta 7 1982 in Kassel. 1974 nahm Jannis Kounellis an ADA-Aktionen der Avantgarde in Berlin teil. Seine Tragedia civile (1975) ist Bestandteil jeder Jahresausstellung im Kolumba-Museum in Köln. 1991 war Kounellis der erste Künstler mit einem Projekt zur Geschichte der Synagoge Stommeln im ehemaligen Gotteshaus. Das Projekt wird seitdem jährlich durch andere Künstler weitergeführt.
Aufsehen erregte sein Beitrag zum internationalen Skulpturenprojekt Platzverführung 1992/93: Ein haushoher Galgen wurde neben dem gotischen Münster in Schwäbisch Gmünd errichtet. An ihm baumelte ein riesiger Leinenbeutel, gefüllt mit Möbeln. Die Proteste der Bevölkerung bestimmten wochenlang die Lokalpresse. Das Werk musste schließlich vorzeitig abgebaut werden, nachdem der Inhalt des Beutels durch Frühjahrsstürme beschädigt worden war. Am 13. September 2012 gab die Stadt Schwäbisch Gmünd bekannt, dass der auf dem städtischen Bauhof eingelagerte Galgen mittlerweile entsorgt wurde, da das Holz der Skulptur verrottete. Schrauben und Beschläge blieben allerdings weiter verwahrt. Kounellis entwarf auch Bühnenbilder und war als Theaterautor tätig. Von 1993 bis 2001 war er Professor an der Kunstakademie Düsseldorf.
Jannis Kounellis – Multiples (Ausstellung im Studio)
"Ich bin ein Maler, der nicht malt."
Jannis Kounellis
Ein alter schwarzer Mantel, ein Fleischermesser, Jutesäcke, eine schwarze Nähmaschine, alte Zeitungen, Kohlebrocken, Stahl, schwarze Schuhe, ein Kreuz, eine Mandoline und schwarz gedruckte Lithographien ... sind Materialien, mit denen Jannis Kounellis seine namenlosen Objektkästen bestückt, die die Galerie Boisserée in einer kleinen Studioausstellung zeigt.
Kounellis ist eine Schlüsselfigur der zeitgenössischen Modernen. 1936 in Piraeus, dem Hafenviertel von Athen, geboren, ging er 20-jährig nach Rom, um Künstler zu werden und blieb. Er studierte an der Accademia di Belle Arti in Rom. Seit 1960 stellt er international aus, nahm 1972, 1977 und 1982 an der documenta in Kassel sowie mehrfach an der Biennale in Venedig teil. Von 1993 bis 2001 war er Professor an der Kunsthochschule Düsseldorf. Weltweit ist er in renommierten Museen und Sammlungen vertreten.
Als Mitbegründer der italienischen Arte Povera, einer Bewegung, die auf die wachsende Technisierung der 1960er Jahre reagierte, benutzt er für seine Kunst gewöhnliche Dinge des Alltags und der Natur: Eisen, Blei- und Stahlplatten, öllampen, Holz, Kohlebrocken, Steine, Stoffe, Seile, Erde, ausgediente, achtlos liegengelassene Alltagsgegenstände, abgewetzte Jutesäcke - "Es sind immer benutzte Säcke, schmutzig, staubig, löchrig und mit öl verschmiert tragen sie die Spuren einer weiten Reise mit sich." (Andreas Hoffer, Essl Museum - Kunst der Gegenwart Jannis Kounellis) - und manchmal auch Tiere, wie in der Ausstellung "12 Lebende Pferde"der Galleria L’Attico, Rom 1969. Immer sind es erst einmal kunstferne Materialien, Fundstücke, mit denen er außergewöhnliche Installationen und Assemblagen schafft. "Doch nicht alleine die Wirkung des Materials und der durch Kunst verfremdeten Zwecksetzung wird reflektiert, sondern das den Dingen und Materialien innewohnende Potential." (Ferdinand Ullrich, Jannis Kounellis – Kohle und Stahl, Feuer und Rauch). Kounellis gilt als geschichtsbewusster, intellektueller Künstler. Gegen die Konsumgesellschaft setzt er die Zeugnisse der Arbeit, und immer wieder wird bei ihm etwas vor dem Vergessen bewahrt. "Er sei ein Maler, der nicht malt, sagt Kounellis und unterstreicht damit seine Stellung zwischen den Gattungen und jenseits gattungsspezifischen Denkens."(ebd.)
Die Arbeiten von Jannis Kounellis finden Sie hier auf dieser Seite:
Link:
https://www.dailymotion.com/video/xaqezv
https://www.gladstonegallery.com/sites/default/files/Jannis%20Kounellis%20Biography_0.pdf
Johannes Cladders (* 14. September 1924 in Krefeld; † 6. Februar 2009 ebenda) war ein Kurator, Kunst-Fachjournalist, bildender Künstler und Museumsleiter in Mönchengladbach. Cladders musste Kriegsdienst in der Wehrmacht leisten. Nach dem Zweiten Weltkrieg studierte an den Universitäten Köln und Bonn Germanistik, Anglistik, Philosophie und Kunstgeschichte. Nach seiner Promotion 1955 arbeitete er zunächst als Redakteur beim Kölner Stadt-Anzeiger. Im Jahr 1957 nahm Cladders eine Stellung als Wissenschaftlicher Mitarbeiter im Kaiser-Wilhelm-Museums in Krefeld an. Ab 1967 übernahm Cladders für achtzehn Jahre in Mönchengladbach die Leitung der Städtischen Kunstmuseen, zunächst das alte Museum an der Bismarckstraße und von 1982 bis 1985 das neu errichtete Museum Abteiberg. Das Museum erlangte unter seiner Leitung überregional Ansehen als Zentrum der Kunst des 20. Jahrhunderts.
Cladders gilt als ein Wegbereiter für Joseph Beuys, George Brecht, Robert Filliou und Jannis Kounellis in der deutschen Kunstszene. Für die Documenta 5 1972 unter Harald Szeemann übernahm er die Ausgestaltung der Abteilung Individuelle Mythologie. Als Leitidee bekannte er sich zu „Vertiefen und nicht Erweitern“ und beschränkte sich dabei auf wenige Einzelpositionen, nämlich Broodthaers, Beuys, Filliou.Zweimal wurde Cladders zum offiziellen Beauftragten für den deutschen Pavillon auf der Biennale Venedig berufen: 1982 mit dem Trio Gotthard Graubner, Hanne Darboven und Wolfgang Laib und 1984 mit A. R. Penck und Lothar Baumgarten.
Im März 1985 trat Cladders in den Ruhestand. Eine Dokumentation seiner Jahre in Mönchengladbach war Ende 1999 die Ausstellung A partir de là / Von da an zu seinem 75. Geburtstag im BIS-Zentrum. Im Jahr 2000 bekam er den Art Cologne Preis, dotiert mit 20.000 DM, für sein Lebenswerk. Bereits 1985 erhielt er das Bundesverdienstkreuz Erster Klasse. Für seine besonderen Verdienste um Wissenschaft und Kunst verlieh ihm das Land Nordrhein-Westfalen Ende 1984 eine Ehrenprofessur. Die höchste Auszeichnung der Stadt Mönchengladbach, den Ehrenring, erhielt er am 26. April 1985. Auch als Kunstdruck-Grafiker trat Cladders unter dem Künstlernamen „C wie Caesar“ hervor. Ein Inventar seiner Arbeiten wurde von der Konrad-Kohlhammer-Stiftung in der Graphischen Sammlung der Staatsgalerie Stuttgart erstellt. Zur 25-Jahr-Feier des Museums Abteiberg im Juni 2007 trat Cladders zum letzten Mal in Gladbach öffentlich auf – schon damals gezeichnet von einer Krebserkrankung. Er starb 84-jährig am 6. Februar 2009 in seinem Haus in Krefeld.
Seit 2019 heißt der Platz vor dem Haupteingang des Museums 'Johannes-Cladders-Platz'.