Biografia
Luigi Sonzini è nato a Milano il 10 luglio 1942. Ha completato gli studi diplomandosi al Liceo Artistico e in seguito i corsi presso la Facoltà di Architettura di Milano. Risalgono a quell'epoca i suoi primi quadri in cui tenta nuove espressioni in campo figurativo. Poi per seguire il proprio lavoro di industriale, vivendo in solitudine nelle nebbie della pianura padana, abbandona o meglio rallenta l'attività artistica. Sono questi però i suoi anni decisivi; l'uomo si matura, non si appaga nello stress del lavoro, del suo matrimonio resta solo l'amaro di un figlio lontano, e l'improvvisa morte del padre scava in lui solchi di una disperazione per la caducità delle cose terrene che sfocia in una crisi esistenziale e lo spinge ad un totale ripensamento dei valori a cui ancorare la sua vita, e si dedica alla liberazione di se stesso dando sfogo alla propria creatività.
Sonzini ha tenuto una prestigiosa mostra personale a Milano ed ha partecipato a rassegne collettive private italiane, tedesche, francesi, americane, brasiliane ed in Arabia Saudita. Ha vissuto e dipinto a Porto Valtravaglia (VA),in Via Borgato 9, dove è morto il 21 maggio 2017.
Luigi Sonzini: il fuoco e lo specchio della sofferenza
Tra i tanti modi di rappresentare le sofferenze umane, pochi sono così originali e potenti come quello di Luigi Sonzini. Artista visionario e tormentato, ha saputo trasformare il dolore in un'esperienza estetica e filosofica unica, condensata nella sua opera più iconica: la croce di tele bruciate e specchi.
Questa croce, simbolo per eccellenza della sofferenza di Cristo, diventa nelle mani di Sonzini una metafora universale: il dolore, il sacrificio, ma anche la trasformazione e la redenzione. Le tele bruciate, stratificate, danno tridimensionalità all’opera, mentre gli specchi, posti al suo interno, riflettono l’immagine di chi osserva, catturandolo nella composizione e trasformandolo in parte dell'opera stessa. Così, lo spettatore si vede crocifisso, il mondo intorno si deforma e l’opera diviene un'entità in continuo mutamento. Un perpetuum mobile dell’esistenza, un riflesso dell’universo in perenne trasformazione.
Il pensiero di Edmund Husserl riecheggia nelle parole non dette di Sonzini: l’universo non è un dato oggettivo, ma la nostra personale elaborazione di ciò che ci circonda. La croce, allora, non è mai uguale a se stessa: muta con lo sguardo, si rinnova, si perpetua, proprio come la vita.
L’artista e il sacrificio dell’arte
Luigi Sonzini comprese subito la portata simbolica della sua opera e ne fu segnato per sempre. Aveva la consapevolezza di essere tra i più grandi artisti della sua generazione, ma anche il tormento di chi sa che la vita e l’arte esigono un tributo reciproco. Il talento, quello autentico, è spesso un frutto avvelenato.
Era profondamente convinto che la sua arte rappresentasse l’evoluzione naturale della ricerca artistica contemporanea. Lucio Fontana, con i suoi tagli sulla tela, aveva iniziato un percorso, ma per Sonzini quel gesto rimaneva incompleto:
“Il taglio della tela con un coltello da filetto, il buco con un punteruolo, sono gesti violenti che squarciano il velo simbolico che è la tela, ma non la purificano. Soltanto il fuoco purifica. Siamo cenere che torna alla cenere.”
Il suo era un nichilismo raffinato, intriso di una struggente consapevolezza esistenziale, che ricorda Emil Cioran. Il fuoco che brucia la tela non è solo un atto distruttivo, ma un processo di purificazione, una dissoluzione necessaria per rivelare l’essenza ultima delle cose.
Eppure, nonostante la sua potenza simbolica, l’opera di Sonzini colpisce anche per la sua eleganza formale. Una tela bruciata, custodita in una teca di perspex fumé, non è solo un memento mori, ma un oggetto di bellezza inquietante.
Come sottolinea Francesco Piga nel suo saggio La verità di Céline: la notte e la morte, Sonzini incarnava le caratteristiche tipiche dei grandi artisti nichilisti:
“Le persecuzioni da parte di coloro che nel loro quieto vivere si sentono irritati da uno spirito anticonformista e polemico, l’inappagato desiderio di libertà totale per una meditazione in solitudine… la ricerca laboriosa di uno stile personale… il risultato di un’opera dai contenuti mai consolatori ma scomodi e disperanti.”
Luigi Sonzini ha vissuto e creato all'insegna di questa tensione. La sua arte non cerca compromessi, non offre consolazioni. È una sfida, un enigma, uno specchio ustionato in cui il mondo e l’osservatore si riflettono, trasformati per sempre.
Di lui il giudizio critico di Fabrizio Buzio Negri:
"È andato oltre il taglio di Lucio Fontana. Ha sopravanzato i sacchi combusti di Alberto Burri. Fra creazioni e distruzione si pone Luigi Sonzini, in una libertà che rende la sua opera vulnerabile e affascinante. Il bruciare la tela diventa per l'artista una sorta di purificazione. L'eterno anelito alla catarsi. Pittura ignea. Un'oscillazione tra la precarietà di una cosa terrena e la sublimazione attuata dall'arte. La dimensione fondamentale della ricerca di Sonzini prende avvio nel modo provocatorio con cui egli rompe i limiti 'finiti' del quadro da cavalletto, per un'opera "aperta all'universo". Le bruciature sopravvengono sul finire degli Anni Settanta, quando l'Arte è già virata al Concettuale.
Tali combustioni permangono ancora oggi a scoprire, nei lavori dell'artista, le tante espressioni materiche e gestuali affrontate dalle perforazioni, dagli strappi, con effetti di visionarietà. Le tele, dopo il passaggio del fuoco, si sovrappongono a più strati, per un trascorrere fantastico alla tridimensionalità conglobata, poi, nella trasparenza del perspex, affinchè nulla di quell'olocausto possa perdersi. I ritmi compositivi sono affidati a geometrie sfrangiate, asimmetriche, nel sottile trapassare del fumo della combustione al bianco primario della tela. Un'arcana forma di vitalismo spirituale, nascita e morte trasfigurate, paradigma di una visione cosmica densa di misteri. Artista e guru, Sonzini interviene nel sostituire il concetto di pittura, ormai usurato dai tempi. inserendo tra i lacerati di tela le superfici riflettenti di uno specchio, dalle mille rispondenze segrete."
Link sull'artista:
https://www.dissensiediscordanze.it/le-sofferenze-umane/
http://alfredotocchi.blogspot.ch/2016/05/luigi-sonzini.html