Biografia

Gianfredo Camesi, * 24.3.1940 Cevio. Dopo le scuole obbligatorie svolge un apprendistato di disegnatore nello studio dell’architetto Oreste Pisenti a Locarno (1956–58). Si rivolge all’arte da autodidatta, iniziando a dipingere copie dei grandi maestri e ritratti dei familiari. L’osservazione della natura come fenomeno visuale, costituito di materia e spazio, emancipa la pittura dal soggetto figurativo. Nel 1960 si trasferisce a Ginevra, dove esordisce con una ricerca pittorica che verte sui valori del gesto, del segno e dell’analisi materica, influenzata dalle correnti informali. Nel 1965–66 si reca ripetutamente in Italia; partecipa alle attività del gruppo «Set di Numero». Dipinti e rilievi inaugurano nuove indagini di ascendenza costruttivista attorno alla misura dello spazio. Sviluppi ulteriori nei due anni successivi con gli Spazi totali in metallo e plexiglas, seguiti da opere e ambienti connotati da una dimensione mentale e più spiccatamente concettuali (filo a piombo, frecce). Punto, linea e coordinate spaziali diventano la base d’installazioni, oggetti, lavori fotografici impostati sul rapporto cosmologico tra corpo/io, terra e cielo. Parallelismi con le ricerche avanguardiste europee di ambito poverista e concettuale. A partire dal 1968 la produzione artistica è accompagnata da scritti poetici. Nel 1970 soggiorno di lavoro in un atelier dello Stedelijk Museum, Amsterdam, abbinato a una mostra retrospettiva. Negli anni ’70 realizza performances, sviluppa il discorso plastico introducendo tronchi d’albero e pietre. Soprattutto però riprende la pittura (oli, acquerelli, frottages, disegni),accostata a fotografie e oggetti per costituire paesaggi-ritratti: composizioni seriali di ampie dimensioni, dove ogni segno è simbolo e memoria. Nel 1973–75 soggiorni in America latina, Messico, New York, Germania e Francia. Tra il 1977 e il 1980 realizza Cosmogonie 0–1–0 - Théâtre des Signes, una sorta di personale scrittura del mondo che sintetizza gli elementi essenziali del suo pensiero artistico. Parallelamente crea il ciclo pittorico Spazio Misura del Tempo, costituito da pittogrammi geometrici in colori primari, realizzati con mani e piedi. Negli anni ’80 lavora e vive tra Menzonio e Parigi (frequentata ripetutamente dal 1976; atelier dal 1980). Lavori con tecnica mista attorno alla monocromia e alla densità stratificata della pittura, intesi come «corpi interiori» dell’energia cosmica. Nasce Alchimia della visione. Archeologia del pensiero (1985–86),costituito da 145 pezzi, ciascuno composto da nove rilievi (granito, acrilico, vetro, legno). Nel 1987 soggiorno trimestrale in Giappone. I dipinti geometrici degli ultimi anni ’80 portano alle sculture-installazioni intitolate Lambda. Negli anni ’90, di nuovo a Menzonio, crea prevalentemente lavori pittorici (terra, frottages, tecnica mista) basati sul cerchio e sulla croce (Vacuité, 1993–94). Nel 1998 Camesi si trasferisce a Vienna, dove prosegue l’elaborazione dei cicli Espace mesure du temps, Forme de lumière e Chemin du corps. Dal 2002 vive e lavora tra Colonia e Menzonio. Nel solco di Vacuité, realizza le serie Transcendantalité verticale (2004) e Transcendantalité horizontale (2005) su cui sono trascritti i versi dell’inno Der Rhein di Friedrich Hölderlin. Le divisioni interne presenti in Vacuité si ritrovano anche nella serie Plénitude, risalente al 2006-07 e contraddistinta da una policromia diversificata. Tra il 2008 e il 2010 sviluppa il ciclo Eccéité, che costituisce una sorta di sintesi di quelli precedenti, in un intreccio tra elaborazione formale e riflessione filosofica.

Numerosi riconoscimenti a livello svizzero a partire dal 1963; in particolare: borse federali per le Belle Arti (1963, 1965, 1980); borsa Lisignol-Chevalier, Ginevra (1968); premio della Fondazione Kiefer-Hablitzel (1970); premio della Fondazione per le Arti Grafiche in Svizzera (1977). Intensa partecipazione a mostre collettive in Svizzera e all’estero dal 1963; nel 1973 rappresenta la Svizzera alla XII Bienal Internacional di San Paolo. Prima mostra personale al Musée Rath, Ginevra (1964),in seguito esposizioni in Italia (1965–69),Stoccolma (1975–1987),Parigi (1984–1991),Linz (2003),Duisburg (2007) e soprattutto in Svizzera; grandi retrospettive negli anni 1994 (Kunstmuseum, Berna e Musée d’art et d’histoire, Neuchâtel),e 2011 (Museo cantonale d’arte, Lugano). Diverse realizzazioni in chiese, edifici e spazi pubblici; in particolare: sculture-ambienti al Politecnico Federale di Losanna (1980),all’Università di Neuchâtel (1985),alla Bibliothèque Municipale de la Cité, Ginevra (1991).

L’attenzione di Camesi è rivolta all’istituzione visiva e mentale di un dialogo con le leggi universali che animano le cose. Costante è l’uso di elementi della propria realtà esistenziale per esprimere simbolicamente pensieri e archetipi relativi all’essere nel mondo dell’uomo e all’essere del mondo in noi. Ognuna delle sue opere vuole riflettere un rapporto poetico con il macrocosmo, offrendo uno strumento che permetta di situarsi mentalmente nello spazio e nel tempo. Sin dall’inizio sculture e oggetti creano situazioni spaziali in cui i rapporti geometrici e psicologici definiscono la relazione tra elementi finiti e l’universalità dell’infinito. Nel corso degli anni si accentua sempre più il sostrato di misticismo e filosofia alchemica che alimenta in modo determinante il lavoro. Un altro principale punto di riferimento è il paesaggio naturale delle proprie origini: le montagne, la roccia, i fenomeni naturali, i quattro elementi, l’ambiente primitivo di Menzonio cui Camesi è intimamente legato. L’espressione estetica è sempre condizionata da un linguaggio astratto basato sulla simbologia geometrica e dagli abbinamenti semantici di materiali organici e inorganici.

Un momento culminante e particolarmente significativo nell’operato di Camesi è Cosmogonie 0–1–0 - Théâtre des Signes, un lavoro comprensivo di 1530 piccoli collages con simboli e figure geometriche, 11 grandi tele (composizioni pittoriche incentrate sulla forma circolare) e un’installazione (pietre e tronchi d’albero riuniti in una disposizione centripeta). Fondamentale è il rapporto tra la parte e il tutto che nell’esperienza dello spettatore si riflette nell’assimilazione dell’uno relazionato al molteplice. Distintivi sono le pietre e i legni orientati verso un centro: verso la «Dimensione Unica dell’Assoluto». In Camesi punto, centro e cerchio sono sempre espressioni dell’Uno, del desiderio di raggiungimento della Conoscenza. Pietre e tronchi sono portatori di memoria e di storia (metamorfosi, temporalità e misura del tempo, primordialità, rapporto corpo-natura); la loro condizione frammentata rinvia all’unità virtuale cui appartengono. L’aspetto cosmogonico che connota semanticamente i lavori di Camesi implica una lettura dei segni e delle situazioni installative come poemi interpretativi delle origini e delle trasformazioni dell’essere. I segni-simboli vanno intesi come manifestazioni vitali, quindi trasmutabili, colte in una situazione d’ideale sospensione e precisa sintesi.

Particolarmente interessante è il gruppo di sculture-installazioni intitolate Lambda (1986–89),costituite da uno o più cubi di metallo inclinati, attraversati in diagonale e sorretti da un’asta. Si tratta di opere che sintetizzano l’incontro di forze spazio-temporali e di energie cosmiche in soluzioni di rigoroso e depurato equilibrio.

In Camesi l’atto e il percorso artistico sono volti ad attendere alla dimensione dell’Infinito, dove la materia visualizza la ricerca del contatto con la dimensione sublime in cui i contrari si uniscono e le forze si condensano in un punto focale.

Opere: Aarau, Aargauer Kunsthaus; Bellinzona, Museo civico Villa dei Cedri; Berna, Kunstmuseum; Cevio, Museo di Vallemaggia; Duisburg, Museum DKM; Chiasso, Credit Suisse; Forth Worth (Texas),Museum of Modern Art; Ginevra, Bibliothèque Municipale de la Cité; Ginevra, Musée d’art et d’histoire; La Neuveville, Casa per anziani «Mon Repos»; Linz, Lentos Kunstmuseum; Locarno, Fondazione Arp; Losanna, Musée des Beaux-Arts; Losanna-Ecublens, Ecole Polytechnique Fédérale; Lugano, Museo cantonale d’arte; Melide, Chiesa parrocchiale; Menzonio, Oratorio della Beata Vergine; Neuchâtel, Università (Facoltà di Lettere); New York, Museum of Modern Art; Parigi, Fondation Art Contemporain; Tokyo, Meguro Museum of Art; Zurigo, Kunsthaus.

Maddalena Disch, 1998, aggiornato nel 2013

 

Nato nel 1940 nel villaggio di Menzonio, Gianfredo Camesi, date le sue doti e l’impossibilità di seguire degli studi accademici, entra come apprendista-disegnatore nello studio dell’architetto locarnese Oreste Pisenti che gli schiude orizzonti nuovi sulle istanze del “moderno”. Privatamente comincia presto a dipingere copie dei grandi maestri e ritratti dei familiari. Nel 1960 si trasferisce a Ginevra, dove vivrà fino al 1974, inserendosi in un contesto culturale e artistico molto stimolante ma al contempo tradizionale: quella che allora veniva chiamata l’“école de Genève” più vicina all’ “école de Paris” che alle correnti emergenti. Egli diventa ben presto il capofila di un rinnovamento artistico. Nel 1964, a soli 24 anni, tiene la sua prima personale al Museo Rath di Ginevra. Di lì via è un susseguirsi di spostamenti in paesi e città europei, soprattutto a Parigi e a Firenze, e di mostre in istituzioni anche di notevole rilievo internazionale: nel 1968 avviene l’incontro determinante con la Galleria Ziegler di Zurigo, nel 1970 è invitato per un soggiorno ad Amsterdam ed espone allo Stedelijk Museum; nel 1973 rappresenta la Svizzera alla Biennale di San Paolo in Brasile. Dal 1976 al 1998 vive e opera tra Parigi, dove trasferisce l’atelier, e Menzonio, luogo dove ritorna regolarmente anche per lunghi periodi di lavoro. Nel 1985 tiene una grande personale al Museo Rath di Ginevra e alla Kunsthalle di Mannheim; nel 1987 soggiorna in Giappone dove realizza un’installazione per l’apertura del Meguro Museum di Tokyo. Nel 1988 espone al Centro Culturale Svizzero di Parigi, nel 1994 ha luogo la duplice retrospettiva nei musei di Berna e Neuchâtel per i suoi trent’anni di attività artistica. Dopo un soggiorno all’Istituto Svizzero di Roma, nel 1998 si trasferisce a Vienna dove risiederà fino al 2002; nel 2000, in occasione dei suoi 60 anni e a testimonianza del suo stretto rapporto con il luogo di origine, il Museo di Valmaggia allestisce un’ampia rassegna intitolata “Ritratti della valle”. A partire dal 2002 vive ed opera a Colonia dove realizza il grande ciclo “Eccéité” presentato integralmente in occasione della sua personale al Museo Cantonale d’Arte di Lugano nel 2011 e nel 2014 al Museo DKM di Duisburg.

Link:

https://www.google.com/search?q=camesi+gianfredo+artista&hl=de&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwid-O2Bj6roAhXLyKYKHR7CBOgQ_AUoAXoECAsQAw&biw=1330&bih=718

https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfredo_Camesi

https://www.google.com/search?q=gianfredo+camesi

https://www.rsi.ch/play/radio/attualita-culturale/audio/gianfredo-camesi-a-bre?id=10792694

https://www.google.com/search?q=camesi+artista

http://www.zaehringer-zuerich.com/camesi-ch.html

http://www.luganobre.ch/documents/Flyer_MostraCamesi.pdf

 

 All sheets and plates: H 285 mm W 215 mm. All etchings signed and numbered: 4/48. In the colophon: 4/48. By the artist and the publisher F. Lafranca signed, Locarno, Atelier Lafranca, 1983. Sheets loose. Pressed between the stone plates, in wooden frame.


Fotografie di CAMESI Gianfredo

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