Biografia

Aldo Patocchi, * 22.7.1907 Basilea, † 4.9.1986 Lugano. Nel 1913 la famiglia di Aldo Patocchi si trasferisce da Basilea in Ticino, dal 1915 a Lugano, dove frequenta le scuole; il suo insegnante del ginnasio, lo scrittore Giuseppe Zoppi, lo avvia agli studi artistici e gli fa conoscere Ettore Cozzani, direttore della prestigiosa rivista milanese L’Eroica, per la quale collabora saltuariamente a partire dal 1925. Autodidatta, inizia ben presto ad illustrare testi letterari. Tra il 1925 e il 1931 vince quattro Borse di Studio federali; nel 1932 riceve la medaglia d’oro alla Triennale d’arti decorative di Monza, primo dei numerosi premi ricevuti alle esposizioni nazionali e internazionali alle quali partecipa con assiduità. Nel 1928 pubblica in proprio il ciclo di 20 silografie Fremiti di selve. Dal 1934 redattore capo del settimanale Illustrazione ticinese. Fa parte di numerose giurie e commissioni in Svizzera fra cui la Commissione d’acquisto per la Collezione grafica del Politecnico di Zurigo. Dal 1950 al 1962 è membro della fondazione Pro Helvetia; è presidente della Società ticinese per le belle arti, vicepresidente della Società dei pittori, scultori e architetti svizzeri, membro fondatore della Xylon svizzera e nel 1976 presidente a Friborgo della Xylon internazionale. Durante la soprintendenza del Museo Caccia di Lugano, allestisce nel 1950 la prima Biennale del bianco e nero, (Exposition internationale de dessins et gravures),a Lugano, presso Villa Ciani, dal 6 aprile al 31 maggio 1950. 

La produzione del Patocchi è sempre eseguita con l’incisione a sgorbia sul durissimo «legno di testa» in bosso, nella quale dimostra un’abilità tecnica notevole. Avviatosi ad un’attività di illustratore prevalentemente figurativo, raggiunge in brevissimo tempo la sicura e personale cifra stilistica che contraddistingue la sua opera fino alla maturità, tale da porlo ben presto ai massimi livelli nazionali e, più genericamente, italiani, in questo genere. Già nelle opere giovanili, anche se in parte debitrici alla coeva decorazione liberty, preferisce le più semplici contrapposizioni tra i bianchi e neri in vigorosi tratti espressivi, con rare concessioni ai virtuosismi tecnici nella resa dei grigi, ma sempre in funzione poetica. Infatti nelle prime serie di silografie, 12 paesaggi in silografia (1932) e I 12 mesi nel Ticino (1935),i soggetti sono resi con intensa commozione pur manifestando l’origine letteraria e simbolica. Grazie alla personale concezione della propria attività come «mestiere» e alla partecipazione emotiva, solidale con la vita contadina che illustra, unitamente all’amore dichiarato per il paesaggio ticinese, supera con facilità i pericoli di un certo intellettualismo fine a se stesso, elevando nel contempo l’illustrazione dei testi letterari a forma d’arte autonoma. Le semplici composizioni, dove prevale la visione frontale ed equilibrata, dimostrano un’assimilazione spontanea della classicità, e la scelta del figurativo vuole ricordare la concezione «eroica» della dignità umana, concentrando l’espressività nei contrasti vigorosi delle luci e delle ombre e nelle sapienti vibrazioni del tratteggio che costruisce solidi volumi e delicati trapassi tonali. Solo a partire dagli ultimi anni ’50, con il prevalere di una tecnica esecutiva impostata sulle variazioni di luce di un comune tratteggio orizzontale, si assiste all’affermazione di una composizione più irrigidita; lo stesso artista afferma che fu l’osservazione dello schermo televisivo a suggerigli il mezzo per esprimere «l’assedio tecnologico» che stava allora verificandosi in Ticino, quasi a dimostrare la sua capacità di rappresentare la natura anche entro la griglia limitativa della modernità unificatrice.


Opere: Lugano, Museo Civico di Belle Arti; Winterthur, Kunstmuseum; Le Locle, Musée des beaux-arts; Ginevra, Ateneo; Berna, Biblioteca Nazionale; Zurigo, Graphische Sammlung der ETH; Mendrisio, Museo d’arte; Venezia, Galleria d’arte moderna; Trieste, Museo Revoltella; Carpi, Museo Civico; Varsavia, Museo statale.

Anastasia Gilardi, 1998

 

Sui paesaggi costruiti di Aldo Patocchi

Aldo Patocchi, la cui maestria (artistitica, estetica, tecnica) sta alla pari di quella dei più notevoli creatori grafici giapponesi, va certamente considerato come il maggiore xilografo contemporaneo. I temi da lui trattati sono sempre quelli che esaltano la mistica delle azioni conoscitive, della natura segreta, della vita imperante e dell'umanità nascosta agli sguardi indifferenti o frettolosi.

Afforzando particolari di sogni per così dire soggiacenti, Patocchi risveglia sensazioni e dispiega atmosfere che ne tracciano e ne grandeggiano l'insieme. Magia senza termini inconsapevoli ed attribuzioni simboliche, la sua arte incide, attraverso illuminazioni solari, crepuscolari, albeggianti o lunari, paesaggi architettati e costruiti che rivelano i ritmi incalzanti della sua immensa fantasia. Nell'opera plastica di Aldo Patocchi, ogni creazione s'impernia su di un centro di attrazione che costituisce un punto determinante della composizione. Questo impianto e questa forza sono spesso la casa rustica o il suo casale aggregato, il paesaggio trasfigurato o le rappresentazioni spaziali del regno naturale. Tale concetto, puramente patocchiano, distribuisce organicamente raffigurazioni precise la cui misura intellettiva sorge dall'azione inventiva che essa proietta.

L'intensità espressiva delle tavole di Aldo Patocchi qualifica segni ed orditure che nulla hanno di convenzionale. Le armonie di una definizione essenziale delle forme rigorosamente controllate nella loro presenza allusiva, diventano gli elementi primordiali delle sue strutture ideali. Egli concretizza in tal modo il valore unitario tanto del complesso quanto del dettaglio.

 

 

Link:

https://www.google.com/search?q=aldo+patocchi&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwigtpnVltfoAhWKUMAKHY5PDGcQ_AUoAXoECBcQAw&biw=1330&bih=718

http://www.ticinarte.ch/index.php/patocchi-aldo.html

http://www.sikart.ch/KuenstlerInnen.aspx?id=4001204

https://www.google.com/search?q=aldo+patocchi&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiFxvL636XgAhUJM-wKHVUpA4EQ_AUIDigB&biw=1344&bih=731

https://lanostrastoria.ch/entries/m9NAQQlrAz4

https://www.rsi.ch/archivi/dossier/Remo-Beretta-un-intellettuale-da-riscoprire-15634396.html

https://www.agendalugano.ch/system/rich/rich_files/rich_files/000/014/357/original/ap-20per-20invito-2012-20-3-.pdf

https://books.google.ch/books?id=w6NyDAAAQBAJ&pg=PA71&lpg=PA71&dq=aldo+patocchi+bianco+e+nero&source=bl&ots=X7m0oC6v6H&sig=ACfU3U3UdtvLnQjCVwaYHFGNPQl3YDICkw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjMvei9mPrnAhUCSRUIHWAjA1kQ6AEwEXoECAoQAQ#v=onepage&q=aldo%20patocchi%20bianco%20e%20nero&f=false

https://lanostrastoria.ch/entries/3ELXRwganzb

https://lanostrastoria.ch/entries/Ra67jaNWAJx

 

 

Un intervista di Giuseppe Martinola andata in onda il 23 maggio 1966 nella trasmissione televisiva «Meridiana». La circostanza dell’incontro con lo xilografo ticinese fu una retrospettiva allestita a Mendrisio:

https://www.lanostrastoria.ch/medias/93305

 

Aldo Patocchi, né le 22 juillet 1907 à Bâle et mort le 4 septembre 1986 à Lugano, est un graveur sur bois tessinois.

Aldo Patocchi est le fils de Luigi et de Sophie Elise Keller. Son père, employé PTT, sera élu secrétaire de la Fédération suisse des cheminots, puis au Conseil national en 1919, d'où il démissionnera en faveur de Guglielmo Canevascini.

Son frère Elmo dirigera les offices cantonaux d'orientation professionnelle (1930-1937) et de la statistique (dès 1937). Il sera conseiller municipal de Castagnola (Lugano1928-1932) et de Bellinzone (1940-1944),député socialiste au Grand Conseil tessinois (1963-1967),président du PS cantonal de 1962 à 1967, directeur de l'hebdomadaire "I diritti del lavoro" ("Le droit du travail", 1940-1961),président de la Chambre du travail (1961-1963),de la SSP/VPOD et du Front unique des fonctionnaires, ainsi que le fondateur et le président de la Ligue des communes rurales et montagnardes.

Son cousin Pericle (Prix Schiller en 1942 et en 1960) est un poète écrivant en français ("Gris beau gris", 1954; "Pure perte", 1959). Auteur d'un seul recueil en italien ("Nella chiara profondità", 1944),il traduisit en français les Poèmes de Salvatore Quasimodo (1963) qui, de son côté, traduisit en italien le dernier poème de Pericle, "Chemin de croix" (1968).

En 1915, la famille d'Aldo Patocchi vit au Tessin, à Lugano.

Son maître à l'école secondaire, l'écrivain suisse de langue italienne Giuseppe Zoppi (1896 – 1952),l'encourage à entreprendre des études artistiques et lui présente Ettore Cozzani (it), directeur de L'Eroica (it), avec lequel il collaborera comme illustrateur de textes littéraires à partir de 1925.

L'activité de Patocchi, débuté comme illustrateur, principalement figuratif, va évoluer rapidement vers le style personnel qui caractérise son travail et le place rapidement au plus haut niveau. Ses œuvres sont effectuées à la gouge sur du bois dur à «grain fin» (buis) ce qui démontre une grande maîtrise technique.

Sa production, exclusivement xylographique et qui a pour thème majeur le paysage et la vie paysanne, subit l'influence de l'Art nouveau (1920-1930),puis de l'abstraction et de la métaphysique (1960-1970).

Entre 1925 et 1931, il remporte quatre bourses fédérales (Bourse cantonale d'art 1930, Prix fédéral des arts appliqués 192619271928)

En 1932 il reçoit la médaille d'or à la Triennale des arts décoratifs à Monza, le premier des nombreux prix qu'il obtiendra lors d'expositions nationales et internationale à laquelle il participe régulièrement4.

En 1941, la guerre faisant rage autour de la Suisse, le Conseil fédéral demande l'émission d'un timbre de 10 centimes afin d'attirer l'attention du peuple sur le plan Wahlen, destiné à utiliser au maximum les ressources de la terre helvétique. Patocchi sera l'auteur de ce timbre montrant une scène typique de la vie paysanne ("agriculteur et cheval de labour"). À la fin de la guerre, en 1945, en collaboration avec le photographe Hans Steiner, il est l'auteur de 5 autres timbres (de 50 centimes à 2 francs) de la série commémorative «PAX» de la Poste suisse, dont le motif principal est la parole biblique «Pax hominibus bonae voluntatis» (Paix pour les hommes de bonne volonté)..

Un autre projet peu connu, parce que non abouti, est la conception d'un billet de banque.

Ses gravures sur bois sont exposées au Musée Revoltella (it) de Trieste, au Musée des Beaux-Arts de Lugano, à la Galerie d'Art Moderne de Venise, au Kunstmuseum de Winterthour, au Musée des Beaux-Arts du Locle, à l'université de Genève, à la Bibliothèque nationale de Berne, à la Collection graphique du Swiss Federal Institute of Technology (ETH) de Zurich, aux musées d'art de Mendrisio et de Carpi, au Musée d'État de VarsovieLjubljanaZagreb et à la Bibliothèque centrale de New York.

En 1942, Aldo Patocchi est l'un des membres fondateurs, avec Albert Yersin (1905-1984), Pierre Aubert (1910-1987) et Germaine Ernst (1905-1996),du groupe de graveurs romands "Tailles et Morsures" et de Xylos, puis Xylon (1944),société internationale de graveurs sur bois.

Il a également été le président (1934-1939) et le vice-président (1962-1965) de la section tessinoise de la SPSAS (Société des Peintres, Sculpteurs et Architectes Suisses; aujourd'hui Visarte),et le promoteur de la "Biennale internationale du blanc et du noir" (Biennale internazionale del bianco e nero di Lugano).

Journaliste, critique d'art et homme de culture, il a également été pendant une quarantaine d'années rédacteur en chef du magazine de l'Illustrazione Ticinese (it), à partir de la création de la revue, en 1934, puis directeur des musées de la ville de Lugano (1938-1977) et membre du conseil de fondation de Pro Helvetia (1950-1962)

 

 


Fotografie di PATOCCHI Aldo

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